Secondo le stime effettuate nelle scorse settimane, perché un’applicazione per il Contact Tracing si dimostri efficace nel contrastare l’attuale pandemia di Coronavirus (SARS-CoV-2) dovrà essere installata nei dispositivi di non meno del 60-70% della popolazione. Nel caso del nostro Paese stiamo quindi parlando di non meno di 40 milioni di individui.
Ad oggi gli Italiani che possiedono uno smartphone corrisponderebbero al 71% della popolazione, a questi si aggiungerebbe un 29% di persone che utilizzano dei semplici "telefoni cellulari" o non utilizzano alcuni dispositivo di comunicazione mobile. Stando così le cose Immuni potrebbe assolvere al suo scopo solo se tutti i possessori di uno smartphone la installassero, senza esclusioni.
A facilitare la diffusione di Immuni potrebbe essere il fatto che essa verrà distribuita sia in versione per iOS, quindi scaricabile dall’App Store, che come release compatibile con Android e reperibile nel Play Store di Google. Nonostante ciò è molto difficile prevedere che i nostri connazionali provvederanno in massa al download sin dalle prime ore.
Sono poi da tenere presenti le problematiche relative alla compatibilità cross-version, questione di non secondaria importanza soprattutto per il Robottino Verde. Quest’ultimo infatti è molto più interessato dalla frammentazione di quanto non lo sia l’alternativa targata Cupertino e, attualmente, non sono ancora note le release di Android che supportano l’installazione.
Si ricorda che, come specificato dal Ministero dell’Innovazione, non vi sarà alcun obbligo di installare Immuni o di circolare con un device in cui sia attiva tale applicazione. Coloro che non vorranno o non potranno installarla non dovrebbero subire alcuna limitazione e, nel caso in cui Immuni venga utilizzata solo da una minima parte della popolazione, sarà comunque utile per la raccolta di dati statistici.