L’Albania ha deciso di chiudere TikTok per dodici mesi, una decisione presa dal governo locale in risposta alle preoccupazioni riguardanti la violenza e il bullismo tra i piรน giovani. Operativa a partire dal 13 marzo 2025, l’iniziativa ha l’obbiettivo di limitare i comportamenti pericolosi ispirati da alcuni contenuti postati sulla nota piattaforma di condivisione video.
Perchรฉ TikTok รจ stato bannato in Albania
La Ministra albanese Ogerta Manastirliu ha sottolineato che prima del ban le autoritร hanno intrapreso un percorso di consultazioni con ben 1.300 incontri che hanno coinvolto circa 65 mila genitori. Durante questi appuntamenti sarebbe emerso un forte sostegno per la decisione di limitare l’uso di TikTok. Soprattutto in considerazione degli episodi di violenza che si sarebbero verificati nel corso degli ultimi mesi. L’evento scatenante risalirebbe a novembre dello scorso anno, quando un adolescente avrebbe accoltellato mortalmente un coetaneo in seguito a una lite nata proprio su TikTok.
Il governo albanese ha comunicato di aver attivato un dialogo positivo con l’azienda e di aver richiesto misure atte a proteggere i minori. Come per esempio il filtro dei contenuti, un controllo parentale piรน efficace e una verifica dell’etร piรน sicura. Tali misure, se approvate, potrebbero contribuire a ridurre i rischi legati all’accesso di bambini e adolescenti a contenuti inappropriati.
Una manifestazione contro il blocco del social
La reazione a questa decisione non sarebbe stata perรฒ univoca. I piรน critici l’avrebbero definita ad esempio un atto di intolleranza e paura nei confronti della libertร di espressione. A questo proposito รจ stata programmata una manifestazione di protesta per il 15 marzo, organizzata dall’opposizione, che intende contestare il provvedimento contro TikTok sostenendo che il divieto potrebbe limitare il diritto all’informazione e al confronto.
Le autoritร albanesi hanno anche rafforzato la presenza della polizia nelle scuole e avviato programmi di formazione rivolti a docenti, studenti e genitori. Questo nel tentativo di arginare fenomeni di bullismo e comportamenti rischiosi derivanti dall’uso improprio dei social media.