Secondo il parere dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) il colosso del commercio elettronico Amazon opererebbe nel nostro Paese come un vero e proprio operatore postale, questo perché la sua attivatà sarebbe equiparabile a quella di altri servizi per la consegna di prodotti che adottano il corriere espresso.
Fin qui tutto bene se non fosse per il fatto che in Italia gli operatori postali hanno l’obbligo di regolarizzare la propria posizione registrandosi come tali; il Garante avrebbe quindi inviato una diffida alla divisione nostrana dell’azienda statunitense intimandole di formulare la necessaria richiesta presso il MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico).
L’intera procedura comporta una spesa di poco superiore ai 600 euro che Amazon non avrebbe di certo difficoltà a sopportare; diverso invece il discorso per quanto riguarda i rapporti con i lavoratori, i cui contratti potrebbero dover essere riconfigurati tenendo conto di quanto previsto per il nuovo comparto di riferimento.
Le implicazioni dell’iniziativa di AGCOM potrebbero quindi essere anche molto rilevanti per un gruppo che impiega migliaia di persone nella Penisola, è infatti molto probabile che una volta formalizzato il riconoscimento come operatore postale di Amazon i sindacati intervengano tempestivamente per il rispetto del contratto collettivo previsto.
Nel corso delle ultime settimane le relazioni tra la compagnia di Jeff Bezos e i lavoratori italiani è divenuto particolarmente teso, basti pensare allo sciopero recentemente organizzato proprio in occasione del Blak Friday dai dipendenti del centro di distribuzione di Castel San Giovanni (Piacenza).