Un gruppo di importanti editori giapponesi, tra cui lo Studio Ghibli, ha chiesto ad OpenAI di interrompere l’utilizzo non autorizzato delle proprie opere protette nei processi di addestramento dei modelli di AI. La richiesta รจ stata formalizzata dalla CODA (Content Overseas Distribution Association), l’organizzazione che rappresenta numerosi produttori e distributori di contenuti made in Japan, in una lettera inviata alla societร americana.
Le accuse contro OpenAI e il ruolo di Studio Ghibli
Studio Ghibli, noto per capolavori come Il castello errante di Howl e Il ragazzo e l’airone, รจ uno dei principali sostenitori dell’iniziativa. L’uso delle sue opere come ispirazione per immagini generate tramite l’AI di OpenAI ha dato vita a forti polemiche. In particolare dopo il lancio del generatore di immagini integrato in ChatGPT. La possibilitร di creare autoritratti o immagini di animali in “stile Ghibli” ha portato ad un dibattito sull’appropriazione artistica e la protezione delle creazioni originali.
Con l’evoluzione di Sora, ora capace di generare video molto realistici, CODA ha ricordato che la riproduzione di contenuti coperti da copyright durante il processo training puรฒ costituire una violazione delle leggi nipponiche. L’utilizzo di materiale protetto richiede infatti il consenso dell’autore. Senza possibilitร di una sanatoria successiva.
Il vuoto normativo internazionale
Negli Stati Uniti la situazione legale รจ piรน incerta. Questo nonostante la recente sentenza di un giudice federale abbia stabilito che l’addestramento di modelli AI su testi coperti da copyright non costituisce necessariamente una violazione. La legislazione americana in materia di diritto d’autore non รจ stata aggiornata dal 1976. La giurisprudenza in ambito AI รจ poi ancora molto limitata.
Hayao Miyazaki, cofondatore di Studio Ghibli, non ha commentato direttamente il caso. In passato ha perรฒ espresso la sua avversione ai contenuti generate artificialmente definendoli un insulto alla vita e all’arte.

