Google ha deciso di presentare un modello alternativo per la verifica dell’età fondato sul principio di proporzionalità. Stando a questa proposta, l’intensità della verifica dovrebbe essere calibrata sul livello di rischio associato ai diversi contenuti. Si potrebbe così garantire una maggiore protezione ai più giovani senza ricorrere a verifiche basate sui documenti d’identità considerate poco sostenibili a livello di privacy.
Google propone un modello a tre livelli per la verifica dell’età
Durante il summit “Growing Up in the Digital Age” di Bruxelles l’azienda ha spiegato come l’attuale sistema di stima dell’età attivo in Europa dal 2020 permetta già di applicare delle misure protettive efficaci senza richiedere una verifica obbligatoria per l’accesso ai servizi digitali di base.
Il modello proposto da Google si articola quindi su tre livelli:
- dichiarazione dell’età;
- stima basata sul machine learning;
- verifica formale.
Quest’ultima dovrebbe essere riservata ai casi ad alto rischio come i contenuti per adulti o la fornitura di particolari servizi o prodotti. Lo schema consente di attivare delle protezioni predefinite per gli utenti non confermati e richiedere delle verifiche più accurate soltanto quando l’utilizzatore tenta di accedere a contenuti riservati ad un pubblico maturo.
Il contrasto con le posizioni europee
Le posizioni di Google contrastano con le proposte europee che prevedono delle verifiche obbligatorie per tutti i cittadini. Secondo l’azienda di Mountain View un “sistema universale” rischierebbe di penalizzare le persone prive di documenti, aumentare i rischi per la sicurezza dei dati e creare un’illusione di tutela che allontana gli operatori dall’adozione di meccanismi di protezione più efficaci.
Google sta poi promuovendo alcune tecnologie open source e degli standard condivisi, come la Digital Credentials API, per favorire metodi di verifica più rispettosi della privacy. Un modello risk-based potrebbe offrire un’alternativa più equilibrata rispetto a soluzioni invasive basate sul riconoscimento dell’utente.

