La FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) ha chiesto alla AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) la sospensione dell’applicazione per la messaggistica istantanea Telegram. Quest’ultima è nota per garantire ai propri utenti un elevato livello di riservatezza, caratteristica che in alcuni casi porterebbe al verificarsi di abusi anche contro il diritto d’autore.
Secondo gli esponenti della FIEG, AGCOM dovrebbe rendersi protagonista di un provvedimento esemplare e urgente per la sospensione della piattaforma. Tale richiesta sarebbe stata formulata in seguito ad un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche che, nel corso dell’emergenza dovuta al Coronavirus (COVID-19), avrebbe raggiunto livelli intollerabili.
A supporto delle proprie motivazione la federazione avrebbe presentato i risultati del monitoraggio di una decina di canali Telegram dedicati alla distribuzione illecita di contenuti giornalistici. La rilevazione avrebbe portato a registrare 580 mila utenti complessivi, con il 46% di iscritti solo nell’ultimo trimestre, e un aumento dell’88% delle testate condivise.
Come affermato dal Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti, in un’ipotesi per difetto sarebbero state stimate perdite per non meno di 670 mila euro al giorno, con un ammanco pari a 250 milioni di euro su base annuale che starebbe danneggiando fortemente un’industria già fortemente colpita dall’attuale stato di crisi.
Il pericolo denunciato dalla FIEG è che la pratica di piratare le testate giornalistiche attraverso le chat diventi un’abitudine consolidata, se ciò accadesse andrebbero persi gli investimenti effettuati per migliorare la qualità dei contenuti proposti e migliaia di operatori (compresi quelli dell’indotto creato dall’editoria) potrebbero perdere il loro posto di lavoro.
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