Meta Platforms Inc., compagnia californiana fondata da Mark Zuckerberg prima nota come Facebook Inc., è ora considerata ufficialmente un’organizzazione estremistica in Russia. A stabilirlo sarebbe stata la corte distrettuale di Tverskoj, presso Mosca, in risposta di una causa intentata direttamente dalle autorità locali nei confronti della controparte statunitense.
Le conseguenze di questa sentenza dovrebbero riguardare Facebook e Instagram, le piattaforme i cui utenti (in alcuni Paesi) sono stati autorizzati ad insultare i governanti e i militari russi in seguito alla recente invasione dell’Ucraina. I suoi effetti non si estenderebbero invece a WhatsApp nonostante appartenga anch’essa al network di Meta.
Per quanto particolarmente severo, il pronunciamento dei giudici non arriverebbe inatteso. I social network di Meta infatti sono stati accusati più volte di diffondere fake news, favorire se non addirittura organizzare campagne d’odio contro la popolazione russa, censurare i media favorevoli al Cremlino e osteggiare la figura di Vladimir Putin.
A dire il vero le relazioni tra Menlo Park e Mosca non sarebbero state mai particolarmente rilassate, basti pensare a quanto accaduto lo scorso gennaio quando il Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) aprì una procedura contro Facebook puntando il dito anche contro altri media occidentali tra cui Twitter.
Ora la situazione sarebbe addirittura peggiorata, tanto che Meta sarebbe stata accusata di razzismo e propaganda contro la Russia e i suoi cittadini, a riprova di ciò sarebbero stati proposti come prova i commenti e le condivisioni da parte di utenti palesemente favorevoli alla causa di Kiev e non moderati anche quando ritenuti insultanti.