Con l’approvazione del DEF (Documento di programmazione economica finanziaria) cominciano a delinearsi quelle che potrebbero essere le future caratteristiche del cosiddetto "Reddito di Cittadinanza", un sostegno economico pari a 780 euro mensili che il Governo (su pressione del Movimento 5 Stelle) vorrebbe introdurre tramite la futura Legge di Bilancio come misura finalizzata a combattere la povertà.
Applicare una soluzione del genere richiederebbe uno stanziamento economico particolarmente rilevante, si parla infatti di oltre 5 milioni di potenziali candidati alla sua erogazione. Come evitare che il denaro messo a disposizione, in particolare dei soggetti disoccupati, venga speso per scopi diversi da quelli per i quali dovrebbe essere fornito?
Stando a quanto dichiarato da Laura Castelli, sottosegretaria all’Economia, una soluzione a questa problematica potrebbe essere trovata nella digitalizzazione dei processi. L’idea dovrebbe essere quella di vincolare le spese all’utilizzo di un bancomat o di un’applicazione che permetta di verificare in che modo il "Reddito di cittadinanza" viene utilizzato.
Di questi aspetti si starebbe occupando il Team Digitale dell’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale), chiamato a risolvere quello che potrebbe essere un problema particolarmente intricato. Il sistema dovrebbe infatti controllare non soltanto le transazioni effettuate, ma anche identificare gli esercizi autorizzati alla vendita e classificare i prodotti acquistabili. Il tutto incrociando nel contempo i database di Inps, centri per l’impiego e centri di formazione.
La mole di informazioni da gestire è quindi particolarmente ingente, ma un’applicazione potrebbe rivelarsi più adatta allo scopo rispetto ad un bancomat. Si pensi infatti a pagamenti come quelli operati tramite bonifico bancario (ad esempio l’affitto di casa) che all’interno di una dinamica in cui il prelievo di contante non è previsto risulterebbero diversamente macchinosi.