I profili business di Instagram sono stati introdotti dalla piattaforma per semplificare l’interazione tra utenti e brand, grazie alla creazione di uno di questi profili (o allo switch da un profilo privato) gli utilizzatori possono accedere ad insight particolarmente dettagliati e creare inserzioni sponsorizzate finalizzate alla promozione e alla monetizzazione.
Ma chi utilizza i profili business dell’applicazione di proprietà di Facebook? A rigor di logica dovrebbero essere le aziende e i professionisti, ma a parere della Data Protection Commission, l’autorità irlandese per la protezione della privacy, le cose non starebbero esattamente in questo modo e diversi profili business sarebbero associati ad utenti minorenni.
Per chiarire la questione i membri della DPC avrebbero deciso di dar vita ad un’indagine volta a capire quanto tale fenomeno possa essere diffuso e in che modo vengano trattati i dati raccolti attraverso l’attività di questo particolare tipo di utenti. Sempre secondo l’authority gli iscritti oggetto dell’indagine potrebbero essere anche milioni.
Profili business a minori e conseguente perdita di tutela della privacy di dati sensibili
L’iniziativa partirebbe dal fatto che diversi utilizzatori minorenni di Instagram avrebbero ricevuto da quest’ultimo l’invito a convertire il proprio profilo da privato a business con il vantaggio di accedere a statistiche sul traffico generato, ciò però avrebbe portato alla visualizzazione in chiaro di alcuni dati come per esempio recapiti telefonici e indirizzi di posta elettronica.
Da parte loro i portavoce di Menlo Park avrebbero sottolineato che l’eventuale passaggio ad un profilo business rimane comunque una libera scelta dell’utente, così come mostrare o meno i propri dati personali. Ad Instagram non dovrebbe essere quindi imputata alcuna violazione della privacy in quanto si tratta di un’opzione non obbligatoria.