Secondo l’ultima edizione del report annuale di Cisco sulla privacy in ambito aziendale intitolato "Data privacy benchmark study 2022", i temi relativi alla protezione dei dati personali sarebbero entrati a far parte della cultura delle imprese italiane in almeno il 97% dei casi. Ben il 92% del campione avrebbe definito la privacy come fondamentale per le dinamiche di business, il 91% imperativa.
Impegnarsi per il rispetto della privacy non sarebbe soltanto importante dal punto di vista della conformità con le normative vigenti (basti pensare al GDPR) ma anche economicamente conveniente, infatti un investimento nella tutela dei dati di clienti, utenti e dipendenti si tradurrebbe in alcuni casi in un ritorno pari a 1.8 volte la spesa effettuata.
Per quanto riguarda invece l’accoglienza delle leggi precedentemente citate, se si tenesse conto del dato a livello globale questa sarebbe stata complessivamente positiva (con un 83% di pareri favorevoli) ma nella Penisola non pochi operatori lamenterebbero una complessità tale da ostacolare le dinamiche produttive (con il 69% di pareri positivi).
Gli Italiani preferiscono le aziende "certificate" alla tutela della privacy nel rispetto del GDPR
Il 93% degli intervistati del nostro Paese, contro un dato mondiale del 90%, diffiderebbe dalle aziende poco attente alla compliance con il GDPR e se potesse limiterebbe l’acquisto di prodotti e servizi presso queste ultime. Per tale motivo nell’85% dei casi vi sarebbe una ricerca di aziende dotate di certificazioni esterne volta a garantire il rispetto delle misure previste.
Tra gli oneri meno graditi dagli imprenditori vi sarebbero ad esempio la necessità di registrare tutte le attività legate all’elaborazione dei dati, la catalogazione delle informazioni gestite (personali, sensibili..), le relazioni con gli utenti per questioni inerenti la privacy e le procedure di monitoraggio. Tutte operazioni che spesso si rivelano costose anche in termini di tempo.