Pasquale Stanzione, Presidente dell’Autorità Garante della Privacy, ha spiegato quelli che sono a suo parere i rischi per gli utenti connessi al Metaverso nel corso del convegno intitolato "Il Metaverso tra utopie e distopie: orizzonti e sfide della protezione dei dati" e organizzato in occasione della Giornata europea della protezione dei dati.
Secondo alcuni analisti, entro il prossimo biennio una persona su quattro passerà almeno un’ora al giorno frequentando mondi virtuali come Horizon World di Meta e impersonando il proprio avatar. Quali potrebbero essere le implicazioni di tale attività sulla sicurezza dei dati personali? Disponiamo di normative adeguate a questa rivoluzione?
A questo proposito il Garante avrebbe evidenziato che nel Metaverso circolerà una quantità di dati molto superiore rispetto a quella fino ad ora registrata su Internet. Queste informazioni saranno inoltre differenti e più precise rispetto a quelle reperibili tramite il Web, basti pensare ai dati biometrici raccolti tramite visori e device indossabili.
Stando così le cose anche i regolamenti come il GDPR (General Data Protection Regulation) dovranno essere ripensati, perché cambierà il modo in cui gli utenti prestano il loro consenso al trattamento dei dati e quello con cui consultano le informative pubblicate dai servizi, così come dovranno essere aggiornate tutte le normative sulla trasparenza.
Come osservato dal Garante, il Metaverso consentirà alle aziende di raccogliere più facilmente dati riguardanti le emozioni degli utilizzatori, soprattutto perché aumenterà il livello di interazione tra loro e con i brand creando relazioni almeno virtualmente più dirette. Alle istituzioni spetterà quindi di offrire maggiori garanzie contro eventuali abusi.