Da alcune ore Klout ha chiuso i battenti dopo un’attività di circa 10 anni. La piattaforma era stata acquistata dalla Lithium Technologies nel corso del 2014, ma le strategie di quest’ultima sarebbero ora molto più orientate allo sviluppo di applicazioni per la messaggistica e all’implementazione di soluzioni per il machine learning e l’AI.
Klout era nato sulla base di un progetto ambizioso: creare un sistema che permettesse di misurare e certificare il livello di online reputation, in questo modo brand e influencer avrebbero potuto dimostrare la loro capacità di condizionare scelte, comportamenti, preferenze e abitudini degli utenti tramite il punteggio conseguito.
La piattaforma prevedeva infatti di assegnare tra i 0 e i 100 punti ad un determinato soggetto sulla base della sua attività nei principali social network (Facebook, Twitter, Instagram..). Oltre al numero di follower raccolti, venivano presi in considerazione anche altri fattori come per esempio le condivisioni generate e la frequenza delle interazioni.
A loro modo i creatori di Klout avevano previsto il successo di un nuovo strumento di promozione come l’influencer marketing, oggi particolarmente utilizzato nelle sponsorizzazioni. Essere dei pionieri non è però una garanzia di successo e il progetto è stato pensionato senza che la sua fine suscitasse particolare clamore in Rete.
Da sottolineare che la data di chiusura ufficiale di Klout, il 25 maggio 2018, ha coinciso con quella dell’applicazione definitiva del GDPR (General Data Protection Regulation), il nuovo Regolamento per la Protezione dei Dati Personali dell’Unione Europea destinato a modificare radicalmente la gestione delle informazioni personali nel Vecchio Continente.