Jobindex, azienda con sede in Danimarca specializzata nelle ricerche di lavoro, avrebbe fatto ricorso contro Alphabet (il conglomerato finanziario di cui fa parte Google) per pratiche anticoncorrenziali. La Commissione Europea dovrà ora capire se l’azienda californiana ha approfittato della sua posizione per danneggiare l’attività di realtà alternative nello stesso settore.
La risposta di Mountain View non si sarebbe comunque fatta attendere, secondo i suoi responsabili infatti Google non parteciperebbe direttamente a questo mercato ma si limiterebbe a far incontrare la domanda con l’offerta. Gli utenti avrebbero in ogni caso la possibilità di scegliere a quali piattaforme fare riferimento per la ricerca di un posto di lavoro o di un collaboratore.
Sempre a parere di Big G, con il tempo l’ingresso di Google in questo comparto ne avrebbe migliorato notevolmente le performance. Questo perché proprio grazie al servizio di Sundar Pichai e soci tutti i provider coinvolti avrebbero visto aumentare il traffico di utenti, compresi quelli di piccole dimensioni che diversamente non avrebbero trovato spazio.
I risultati di Google for jobs appaiono prima di quelli dei concorrenti
Di parere completamente diverso sarebbe invece la dirigenza di Jobindex, quest’ultima infatti avrebbe dichiarato una perdita di circa 1/5 del traffico nel corso dell’ultimo quadriennio. Non a caso il servizio chiamato Google for Jobs venne lanciato nel corso del 2017 come uno strumento per gli annunci di lavoro in grado di aggregare fonti differenti e di filtrare i risultati delle ricerche.
Sempre secondo i vertici di Jobindex, Mountain View si avvantaggerebbe del fatto di poter posizionare i risultati di Google for Jobs in posizione prioritaria, questo comportamento non determinerebbe soltanto un beneficio per Alphabet ma rappresenterebbe anche un punto a sfavore di tutte le persone che sono alla ricerca di un lavoro (o di un lavoratore) online.