Google non sta attraversando il periodo migliore della sua storia. La situzione macroeconomica mondiale ha determinato un calo degli investimenti in advertising, l’azienda è stata costretta a rinunciare al 6% dei suoi dipendenti e, come se non bastasse, l’arrivo di ChatGPT si starebbe rivelando una minaccia per il futuro del motore di ricerca più usato al mondo.
Come rimediare a questo stato di cose? Tra le idee di Sundar Pichai, CEO del gruppo Alphabet che fa capo alla compagnia di Mountain View, vi sarebbe anche quella di chiedere soccorso ai fondatori Larry Page e Sergey Brin. Gli stessi che lanciarono il progetto Google nel 1998 sulla base di ricerche iniziate nel 1996 presso l’Università di Stanford.
I due, che hanno lasciato le proprie funzioni dirigenziali in Alphabet nel dicembre del 2019, sarebbero stati chiamati in causa come consulenti per le tecnologie di Intelligenza Artificiale. L’idea, e l’intenzione, di Pichai sarebbe infatti quella di lanciare quanto prima una nuova versione di Google dotata questa volta di un chatbot in stile ChatGPT.
Se tutto dovesse andare come previsto, questo aggiornamento potrebbe essere rilasciato entro il 2023. Attualmente Alphabet dispone già di piattaforme in grado di restituire risposte in linguaggio naturale e in un contesto colloquiale, basti pensare all’iniziativa chiamata LaMDA, ma se queste si dimostrassero immature il danno di immagine per la società sarebbe troppo pesante.
Fino ad oggi nessuno avrebbe pensato che Bing, il motore di ricerca di Microsoft, avrebbe potuto impensierire un soggetto dominante come Google. La Casa di Redmond è però uno dei maggiori finanziatori di OpenAI, l’organizzazione a cui si deve lo sviluppo di ChatGPT, e tra i suoi progetti vi sarebbe proprio l’introduzione del chatbot nel proprio motore di ricerca.