Secondo una stima operata dai ricercatori della banca d’affari Morgan Stanley, l’introduzione delle Intelligenza Artificiali nel mercato della ricerca online comporterà costi fino a 10 volte maggiori rispetto a quelli sostenuti attualmente da aziende come Google e Microsoft per garantire il funzionamento dei servizi basati sul tradizionale sistema keyword -> SERP.
Ad oggi il costo di una singola ricerca su Google si aggirerebbe intorno a 1/5 di centesimo di dollaro, considerando che durante lo scorso anno le query formulate dagli utenti sarebbero state 3.3 trilioni possiamo immaginare quali possano essere le spese sostenute dalla compagnia di Mountain View per mantenere attiva la propria piattaforma.
I chatbot come Google Bard, ma lo stesso potrebbe valere per la versione di Bing basata sul modello generativo ChatGPT, richiedono però più potenza computazionale, chipset più avanzati, maggiore consumo di energia e investimenti più elevati per le risorse hardware e la manutenzione. Quale potrebbe essere l’effetto sulle casse di Sundar Pichai e soci?
Alcune stime parlerebbero di un incremento dei costi di circa 3 miliardi di dollari, per altri si potrebbe arrivare fino a 6 miliardi se anche solo la metà delle richieste effettuate durante l’interazione con il chatbot portasse ad output contenenti almeno 50 parole. Chiaramente i costi dovrebbero poi diminuire con il tempo, man mano che il sistema viene perfezionato.
Molto dipenderà anche dalle tempistiche di rilascio di Google Bard, quest’ultimo infatti ha mostrato fin da subito dei limiti nella precisione con cui vengono fornite le risposte. Come ammesso John Hennessy, chairman di Alphabet, è molto probabile che l’AI alla base della piattaforma (LaMDA, Language Model for Dialogue Applications) richiederà almeno altri 2 o 3 anni prima di essere pronta per l’utilizzo.