Secondo una recente ricerca svolta da Google, circa un sito su mille sarebbe portatore di qualche infezione, mentre 1,3 ricerche sul Web porterebbero a cliccare su un link potenzialmente veicolo di malware.
La ricerca mostra delle novità rispetto agli anni passati in cui erano in particolare i messaggi di posta elettronica a veicolare le infezioni, oggi i siti Internet rappresentano un sistema ancora più avanzato per diffondere contagi ed exploit.
L’Italia non è tra i Paesi in cui vengono prodotti più "siti-zombie", il podio è occupato invece dalla Cina (1° posto con il 67%), dagli Stati Uniti (con il 15%) e dalla Russia (4%).