Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha deciso di ricordare a tutti gli utilizzatori di dispositivi mobile che i sensori degli smartphone, e i soprattutto i microfoni, potrebbero rimanere attivi anche quando non si sta utilizzando il proprio device. Tale eventualità pone degli interrogativi non solo per quanto riguarda la privacy ma anche per la sicurezza.
Come sottolineato dall’Authority, i microfoni sempre in funzione dei milioni di terminali in uso nel nostro Paese potrebbero essere utilizzati per la raccolta e l’archiviazione di informazioni, queste ultime potrebbero poi essere utilizzate per vari scopi, non ultimi quelli della cessione a terze parti e dell’attività di profilazione per il marketing.
Ciò avverrebbe anche perché numerose applicazioni mobile richiedono diverse autorizzazioni per il loro utilizzo tra cui anche l’accesso al microfono, in molti casi tali permessi verrebbero concessi senza prestare particolare attenzione alle modalità con cui vengono acquisiti e trattati i dati spesso ceduti involontariamente dagli utenti.
Le informative privacy cui bisogna dare consenso per scaricare un’ app devono essere chiare e complete
Il Garante avrebbe avviato un’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, sulle applicazioni che vengono scaricate più frequentemente in modo da verificare se l’informativa resa agli utenti sia chiara e trasparente e che venga acquisito correttamente il consenso.
Nel sito Web ufficiale del Garante è disponibile anche una pagina informativa ("Smartphone: spegni il microfono, accendi la privacy") con i suggerimenti utili per difendere la propria privacy contro il monitoraggio tramite microfono, comprese le indicazioni utili per disattivare le autorizzazioni di accesso concesse alle applicazioni sia su Andoid che su iOS.