Secondo una recente rilevazione operata dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b della School of Management del Politecnico di Milano, circa la metà degli imprenditori intervistati accoglierebbe con favore l’obbligo di fatturazione elettronica ance tra privati. Disposizione che, vale la pena di ricordare, entrerà in vigore il I gennaio del 2019.
Fin qui tutto bene, con buona parte delle aziende pronte ad un cambiamento per certi versi epocale. Ma qual è l’opinione del restante 50%? Per rispondere a questa domanda è utile citare un altro studio, condotto questa volta da Confartigianato Mantova, per il quale ben 3/4 degli operatori economici della città lombarda riterrebbero la fatturazione elettronica portatrice di svantaggi superiori ai vantaggi.
Alla voce di questi ultimi si sarebbe poi aggiunta quella del Garante per la Privacy, favorevole ad un proroga in quanto il sistema scelto per la gestione della fatture elettroniche non sarebbe del tutto conforme ai dettami del GDPR. Il meccanismo previsto mancherebbe infatti di proteggere gli utenti dal controllo delle abitudini d’acquisto, ivi comprese quelle legate allo stato di salute.
Gli opposiotori alla fatturazione elettronica sono anche degli oppositori ad una necessaria trasformazione digitale del Paese o manifestano un disagio reale che, quindi, dovrebbe essere preso in considerazione a livello istituzionale? Indipendentemente dalle singole posizioni le iniziative contrarie all’obbligo si starebbero moltiplicando proprio con l’approssimarsi della scadenza prevista.
Tra gli svantaggi elencati vi è per esempio la necessità di pagare un soggetto esterno che si incarichi di comunicare con il fisco, gli eventuali rischi per i prodotti Made in Italy, la possibilità che venga indirettamente favorito il lavoro nero e delle modalità macchinose che potrebbero incrementare gli oneri burocratici invece di diminuirli. Il confronto, o meglio lo scontro, è in atto.