I procuratori generali di 48 stati e territori degli USA avrebbero dato vita a due azioni legali nei confronti di Facebook, compagnia accusata di aver acquisito alcune piattaforme (in particolare Instagram e WhatsApp) e investito diversi miliardi di dollari con il solo scopo di prenderne il controllo per evitare la crescita di potenziali concorrenti.
Le acquisizioni di Instagram e WhatsApp sono avvenute anni fa senza aver riscontrato nessun divieto da parte del Governo
Non è la prima volta che il gruppo fondato da Mark Zuckerberg deve difendersi da iniziative di questo genere, ma nel caso specifico la sua immediata strategia di difesa sarebbe basata sul fatto che tali acquisizioni sono avvenute diversi anni fa (nel 2012 per Instagram e nel 2014 per WhatsApp) senza incontrare l’opposizione delle autorità statunitensi.
A tal proposito i portavoce di Menlo Park avrebbero rafforzato i propri argomenti parlando apertamente di "revisionismo storico", tanto che Jennifer Newstead, responsabile dell’ufficio legale di Facebook, sarebbe arrivata a considerare "raggelante" la possibilità che il Governo possa mettere in discussione operazioni a suo tempo considerate definitive.
Per Facebook il rischio potrebbe essere quello dello scorporo, con Instagram e WhatsApp che andrebbero a confluire in delle società separate. Tali ipotesi non è però del tutto scontata, sarebbero infatti necessari diversi anni per venire a capo della causa legale che molto probabilmente Facebook scatenerebbe per difendere i propri interessi.
Non tutti gli elementi sarebbero però a favore del gruppo californiano, infatti la FTC (Federal Trade Commission) avrebbe definito Facebook un soggetto monopolista sul mercato del social networking e, se si riuscisse a dimostrare che da ciò deriva un danno effettivo per la libera concorrenza, la possibilità di uno scorporo potrebbe non essere così remota.