Il gruppo fondato da Mark Zuckerberg non avrebbe approfittato della sua posizione dominante per acquisire la proprietà di Instagram e WhatsApp, a stabilirlo sarebbe stata una Corte Distrettuale statunitense che nel contempo avrebbe respinto il ricorso presentato in proposito dalla FTC (Federal Trade Commission) lo scorso dicembre.
Nello specifico l’agenzia federale USA per il controllo del mercato avrebbe presentato la sua denuncia contro Facebook accusando il gruppo di violazione delle normative contro la libera concorrenza, il sospetto era che quest’ultimo avesse agito approfittando del proprio monopolio di fatto per rimuovere due potenziali concorrenti nel settore del social networking.
Instagram è parte della grande famiglia di Menlo Park dal 2012, quando venne acquisito per 1 miliardo di dollari, mentre WhatsApp subì il medesimo destino circa due anni dopo per una cifra ben superiore: 19.3 miliardi di dollari di cui soltanto 4 miliardi in contanti, 12 miliardi in titoli azionari di Facebook e 3 miliardi in quote per Koum e Acton, i creatori della nota App per la messaggistica.
La linea di difesa dei legali di Zuckerberg e soci era stata basata sin dal principio sul fatto che l’FTC non avesse l’autorità per presentare una denuncia contro questo tipo di operazioni quando effettuate in passato e ormai completate, al limite essa potrebbe intervenire per evitare il perfezionamento di una fusione in essere quando in grado di rafforzare un monopolio.
Ora l’FTC avrà tempo fino al 29 luglio per ricorrere contro la decisione del tribunale, in ogni caso la posizione di Facebook sarà plausibilmente sempre la stessa, tra l’altro utilizzata anche per evitare l’ipotesi di un eventuale scorporo: le acquisizione effettuate furono approvate a suo tempo dalle autorità di controllo e non dovrebbero essere contestate a posteriori.