Lo scorso ottobre alcuni tecnici di Facebook, il social network di Meta, avrebbero segnalato un’anomalia a carico dei sistemi che regolano la piattaforma. In pratica l’algoritmo che regola la pubblicazione dei contenuti avrebbe favorito la diffusione di fake news e non solo sul News Feed, dando vita ad un comportamento che in base agli interventi dei programmatori avrebbe dovuto evitare.
Per far fronte al problema i dipendenti della compagnia avrebbero deciso di monitorare la situazione per capire se quello che sembrava un malfunzionamento si sarebbe protratto nel tempo, i risultati delle osservazioni effettuate avrebbero poi registrato un ulteriore aumento della disinformazione circolante dimostrando che il caso non poteva essere archiviato.
Il bug che favoriva i post spazzatura è stato trovato e risolto l’11 marzo 2022
In questa occasione è bene precisare che Menlo Park avrebbe agito con la massima trasparenza rendendo pubblica l’esistenza del fenomeno, ad essere noto sarebbe poi anche il giorno in cui il problema è stato risolto: l’11 marzo 2022. Fino ad alloro il sistema avrebbe reso più evidenti diversi contenuti che a rigor di logica sarebbero dovuti essere penalizzati.
Tra le condivisioni che avrebbero beneficiato di una grande quantità di traffico su Facebook vi sarebbero state ad esempio quelle inneggianti all’odio e alla polarizzazione, post contenenti nudità più o meno esplicite e in generale qualsiasi tipo di condivisione che se sottoposta a debunking non avrebbe superato alcuna analisi incentrata sul fact checking.
E’ per certi versi paradossale che questo incidente sia avvenuto in un momento in cui il social network è stato bloccato in Russia e Meta viene considerata un’organizzazione estremistica nello stesso Paese, diverse volte infatti la piattaforma più popolata della Rete è stata accusata di favorire, o per meglio dire di non ostacolare, la propagando a favore del Cremlino.