La Commissione europea avrebbe espresso preoccupazione per i ritardi accumulati dal Parlamento e dal Consiglio riguardo alle normative in grado di garantire una maggiore sicurezza contro gli attacchi informatici e le azioni terroristiche che potrebbero essere condotte con l’ausilio di piattaforme informatiche, anche di uso comune.
L’allarme nascerebbe dal fatto che le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento si stanno avvicinando velocemente, avranno luogo infatti in tutti e 27 gli stati membri tra il 23 e il 26 maggio del prossimo anno, molte delle questioni aperte potrebbero quindi rimanere irrisolte e lasciate in eredità ai prossimi rappresentanti eletti.
Le bozze per l’approvazione delle nuove leggi a protezione dei cittadini europei sarebbero già pronte: una, volta ad incrementare l’interoperabilità tra i sistemi di sicurezza adottati all’interno dei confini dell’Unione, risale al settembre del 2017, l’altra, contenente le specifiche per una maggiore tutela degli appuntamenti elettorali, è stata invece presentata il mese scorso.
Tra le norme previste vi è per esempio quella che prevede di obbligare le piattaforme online come per esempio i social network, a rimuovere i contenuti legati al terrorismo entro un’ora dalla loro pubblicazione. Si tratta però di una misura la cui proposta ha creato alcune perplessità correlate ai criteri che verranno utilizzati per identificare i messaggi destinati alla censura.
Diversi i fascicoli ancora aperti sia a Bruxelles che a Strasburgo, ad oggi infatti si attendono iniziative politiche che consentano di completare alcuni progetti tra cui la realizzazione di un unico sistema per la gestione dei visti e l’implementazione di un database comune delle impronte digitali (Eurodac o European Dactyloscopie).