Il MiUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) ha deciso di sfruttare la Blockchain per la certificazione dei percorsi accademici effettuati, in questo modo chi dovesse avere l’esigenza di dimostrare i titoli acquisiti (anche al difuori dei confini nazionali) disporrà di un strumento affidabile per il loro riconoscimento.
L’implementazione del sistema è stata possibile grazie ad una partnership con Cimea (Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche) che tra i suoi servizi offre consulenza alle istituzioni sulla comparabilità dei titoli esteri. Il progetto è indirizzato in particolare a studenti esteri che vogliano proseguire gli studi in Italia o laureati esteri che vogliano inserirsi nel nostro mercato del lavoro.
Diplome, questo il nome della piattaforma, è stato pensato per fornire un wallet (sostanzialmente un portafoglio elettronico) nel quale è possibile caricare tutti i titoli di studio conseguiti. Il servizio verrà erogato a titolo gratuito e, se tutto dovesse andare come previsto dal Ministero, dovrebbe diventare operativo entro il prossimo anno.
Come specificato dal Vice Ministro Lorenzo Fioramonti durante la presentazione di Diplome, l’impiego della Blockchain offrirà ai cittadini rifugiati la possibilità di ricostruire fedelmente il proprio percorso di formazione e di vedere riconosciute le proprie competenze non soltanto in Italia, ma anche in tutti gli stati che utilizzano la medesima tecnologia.
Sempre a parere di Fioramonti, il sistema ideato dimostrerebbe come la Blockchain non debba rappresentare una soluzione utile per la certificazione delle sole merci o dei contratti, grazie ad essa può essere registrato anche il "valore delle persone" liberandole dalle incombenze burocratiche fino ad oggi previste per il riconoscimento delle equivalenze.