I governi del G7, il gruppo di stati che rappresentano le maggiori economie mondiali, avrebbero finalmente trovato un accordo riguardo alla cosiddetta "Corporate Tax". Quest’ultima dovrebbe prevedere una tassazione minima pari al 15% che andrà pagata dalle grandi multinazionali e in particolare dalle Big Company dell’alta tecnologia.
La linea comune sarebbe stata trovata a Londra dato che il Regno Unito detiene attualmente la presidenza del G7, secondo le notizie disponibili la Corporate Tax dovrebbe essere applicata sugli utili che eccedono una quota del 10% calcolata sui margini di redditività, questo significa che non riguarderà gli utili eccedenti questa soglia.
Della quota in eccesso verranno poi definite delle modalità di allocamento che graveranno su almeno il 20% di essa, in ogni caso la tassa dovrà essere pagata nel Paese in cui gli utili sono stati generati. Ne consegue ad esempio che realtà come Google e Facebook dovranno versarla in misura di quello che sarà il loro fatturato in Italia o in un altra nazione in cui operano.
Quante compagnie saranno costrette a pagare questa nuova imposta? Secondo quanto dichiarato da Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, non si dovrebbe andare oltre il centinaio. Nella maggior parte dei casi parliamo infatti di realtà che, pur avendo la propria sede principale solitamente negli Stati Uniti o in Cina, nel loro settore sono spesso dominanti anche in altri mercati.
Le già citate Mountain View e Menlo Park si sarebbero dichiarate favorevoli a questa formulazione e dello stesso parere sembrerebbero essere anche i vertici di Amazon, anche perché la discussione intorno alla Corporate Tax proseguono ormai da quasi 10 anni lasciando le società interessate in un clima di sostanziale incertezza per il futuro.