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Benvenuti nell’era del Deep Packet Inspection

Che vari governi del Mondo (se non tutti) abbiano il vizietto di monitorare le abitudini di navigazione Web dei propri cittadini era un fatto noto a tutti, ma forse nessuno si aspettava che questa diventasse un’attività consentita grazie ad un accordo internazionale sotto il patrocinio dell’ONU.

E’ un dei primi effetti di una conferenza (World Conference on International Telecommunications) che si sta svolgendo in questi giorni presso Dubai, il nuovo standard per il controllo globale della Rete prende ora il nome di Deep Packet Inspection.

Il DPI potrà essere utilizzato per un numero imprecisato di scopi finalizzati alla censura, tutti discutibili come per esempio: tracciare il percorso di un file in condivisione, impedire l’accesso ad una piattaforma online, bloccare la fruizione di un videogame, spiare le comunicazioni via VoIP e molto altro.

Inutile dire che la decisione di approvare il DPI sarebbe stata presa per venire incontro alle esigenze di quei Paesi che già oggi rendono il loro Internet meno libero (e sono decine), senza contare che il loro numero potrebbe presto aumentare con il beneplacito delle Nazioni Unite.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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