Stando a quanto riportato nelle scorse ore dal Wall Street Journal, il colosso del commercio elettronico Amazon starebbe svolgendo un’indagine interna riguardante la cessione non autorizzata a terzi di informazioni personali riguardanti gli utenti. Ad essere coinvolti nella vicenda potrebbero essere in particolare alcuni impiegati della divisione cinese dello store.
Le attuali indiscrezioni parlerebbero di cifre comprese tra gli 80 mila e i 2 mila dollari pagate da alcuni venditori per ottenere informazioni sui clienti del gruppo di Jeff Bezos. Tra le aziende più "attive" in questo senso vi sarebbero state quelle che in passato avrebbero ricevuto delle recensioni negative in seguito all’acquisto di un prodotto.
Queste ultime infatti avrebbero acquisito i dati personali dei recensori per poi contattarli personalmente e fare opera di persuasione in modo che le critiche pubblicate venissero cancellate. E’ noto infatti che le recensioni negative hanno spesso un effetto molto più rilevante sulla propensione all’acqusto rispetto a quelle positive.
Ma non basta, sempre secondo quanto pubblicato dalla prestigiosa testata newyorkese alcuni impiegati di Seattle, scelti fra quelli dotati dei più elevati privilegi di accesso al sistema di gestione della piattaforma, sarebbero stati corrotti e convinti a cancellare le recensioni negative, falsando così le valutazioni medie associate ai venditori.
I portavoce di Amazon avrebbero già confermato l’esistenza di un’inchiesta interna e ricordato che per i comportamenti contrari alle policy sulla privacy non è previsto soltanto il licenziamento, ma anche sanzioni economiche e penali che a seconda della gravità delle violazioni potrebbero rivelarsi particolarmente elevate.