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OpenAI e Jony Ive: creare un dispositivo AI senza schermo è complicato

OpenAI e il designer Jony Ive (ex Apple) starebbero incontrando notevoli difficoltà tecniche, e non solo, nello sviluppo di un nuovo dispositivo AI senza schermo. Secondo un recente articolo del Financial Times, il progetto, nato dall’acquisizione da parte di OpenAI della startup io per 6,5 miliardi di dollari, punta a creare una nuova categoria di device basati sull’intelligenza artificiale. Le complessità legate alla privacy, all’interazione in linguaggio naturale e all’infrastruttura di calcolo starebbero rallentando però il processo.

Un dispositivo molto ma complesso da realizzare

Il progetto rappresenta un tentativo ambizioso di ridefinire il modo in cui le persone interagiscono con la tecnologia e vuole aprire la strada una nuova generazione di dispositivi intelligenti non vincolati ad uno schermo.

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L’obiettivo di Ive e del CEO di OpenAI Sam Altman è quello di progettare un dispositivo grande quanto il palmo di una mano in grado di interpretare stimoli visivi e sonori dall’ambiente circostante e rispondere in modo naturale alle richieste dell’utente. Questo per superare i vincoli dovuti ai display usati comunemente per le interazioni e favorire un’esperienza più immersiva. La visione di un dispositivo sempre attivo presenta però dei problemi legati alla gestione dei comandi, alla pertinenza delle risposte e alla possibilità di interrompere le conversazioni.

I problemi per la tutela della privacy

Uno degli aspetti più controversi di questa sfida riguarderebbe la tutela della privacy. Un device costantemente in ascolto pone infatti degli interrogativi su come vengano gestiti i dati sensibili e sull’eventuale dipendenza da infrastrutture cloud per l’elaborazione delle informazioni. OpenAI e il team di Ive dovranno bilanciare l’efficienza dell’elaborazione locale con la potenza degli LLM, cosa non semplice.

Il lancio del prodotto, inizialmente previsto per il 2026, potrebbe subire quindi ulteriori ritardi mentre il gruppo cerca di risolvere problematiche tecniche non indifferenti e definire la “personalità” del nuovo assistente AI.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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