Problemi tecnici per Cloudflare hanno causato l’interruzione temporanea di numerosi servizi web, tra cui ChatGPT, Canva, il social network X e perfino DownDetector! Il blackout ha avuto inizio poco prima di mezzogiorno, con ripristino parziale nel primo pomeriggio.
Cosa è successo?
Un blackout su scala globale ha interessato oggi, a partire dalle ore 12:00, la rete di Cloudflare, il servizio di CDN (Content Delivery Network) e sicurezza web utilizzato da milioni di siti in tutto il mondo. Il primo segnale d’allarme è stato registrato alle 11:48 sulla piattaforma di monitoraggio dell’azienda stessa, e successivamente confermato ufficialmente alle 12:03.
Il malfunzionamento ha comportato l’impossibilità di accedere a un ampio numero di siti e applicazioni che si appoggiano su Cloudflare per garantire performance e sicurezza ai propri sistemi.
Secondo i dati raccolti da Downdetector, le segnalazioni di problemi hanno riguardato piattaforme molto utilizzate come X (ex Twitter), ChatGPT, Canva, oltre a numerosi altri siti che si appoggiano all’infrastruttura di Cloudflare. Curiosamente, anche lo stesso Downdetector è risultato inaccessibile per un periodo, essendo a sua volta cliente del servizio colpito.
Alle ore 12:37 Cloudflare ha pubblicato un aggiornamento in cui si legge quanto segue:
“Stiamo assistendo al ripristino dei servizi, ma i clienti potrebbero continuare a riscontrare tassi di errore superiori alla norma mentre continuiamo gli sforzi di ripristino”. La funzionalità è tornata disponibile in maniera irregolare, con diversi siti che hanno ripreso a funzionare a intermittenza nel corso del pomeriggio.
Il ruolo di Cloudflare nell’infrastruttura globale di Internet
Cloudflare svolge una funzione critica nell’ecosistema di Internet. Agisce come intermediario tra l’utente e il sito che si desidera visitare, offrendo servizi che comprendono caching, protezione da attacchi DDoS, e ottimizzazione della velocità di caricamento.
In termini pratici, ciò significa che quando un utente accede a un sito web che utilizza Cloudflare, la richiesta non raggiunge direttamente il server originario, ma passa prima dai server dell’azienda, distribuiti su scala globale. Questa architettura consente di migliorare le performance e garantire una maggiore sicurezza, ma rende anche questi snodi dei veri e propri punti critici per il funzionamento della rete.
Secondo stime recenti, sono circa 34 milioni i siti web che utilizzano Cloudflare, equivalenti a circa il 20% dell’intero web. Di conseguenza, un malfunzionamento di questa portata ha effetti significativi su scala planetaria, come accaduto anche in passato con altri servizi centralizzati, ad esempio Amazon Web Services.
ChatGPT tra i servizi colpiti: comparso messaggio “Sblocca challenges.cloudflare.com per continuare”
Tra le piattaforme coinvolte dal disservizio figura anche ChatGPT, il noto chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, ormai ampiamente diffuso tra studenti, professionisti e aziende.
Durante il blackout, molti utenti hanno segnalato l’impossibilità di accedere al servizio: al caricamento dell’interfaccia appariva soltanto il logo di OpenAI accompagnato dal messaggio “Sblocca challenges.cloudflare.com per continuare”.
Come spiegato dagli esperti, non si tratta di un errore lato utente, né è possibile intervenire modificando impostazioni locali o del browser. Il malfunzionamento è interno all’infrastruttura Cloudflare e la comparsa di tale messaggio è indicativa del blocco nei sistemi di verifica e routing automatizzato del servizio.
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