Il problema del chip shortage continua ad essere di stretta attualità anche negli Stati Uniti dove diverse aziende che producono o utilizzano semiconduttori hanno richiesto un intervento pubblico a sostegno del settore. La risposta delle Politica sarebbe quindi arrivata nelle scorse ore, tramite un fondo da 39 miliardi di dollari approvato a Washington da Camera e Senato.
L’intervento dovrebbe andare a favore di tutti i comparti coinvolti dalla penuria di microchip, come per esempio l’automotive e l’ecosistema mobile che vedono i produttori impegnati a rinviare la consegne, e ad aumentare i prezzi, proprio a causa del fatto che la domanda proveniente dal mercato è ben superiore dall’offerta che si riesce a garantire.
Aumentare la produzione dei semiconduttori per garantirsi l’autonomia dai paesi asiatici
Lo stanziamento verrà utilizzato soprattutto per la creazione di nuovi stabilimenti e per l’ampliamente di quelli già presenti sul territorio statunitense, aziende come la Intel hanno infatti intenzione di edificare nuovi impianti ma nel caso specifico di quest’ultima i due centri che dovranno essere costruiti in Ohio non saranno pronti prima del 2024.
Dal punto di vista dell’Amministrazione Biden i fondi serviranno in particolare per rendere gli USA più indipendenti dai produttori asiatici, anche in considerazione dei rapporti non sempre distesi con le autorità di Pechino, quindi per il momento appare abbastanza scontato che l’iniziativa del Parlamento porterà anche alla firma e al nullaosta del Presidente.
Intanto persino l’Unione Europea si starebbe attivando per contrastare la carenza di semiconduttori, l’approvazione dell’European Chips Act dovrebbe portare il Vecchio Continente a produrre almeno 1/5 dei componenti necessari entro il 2030 ma anche in questo caso si tratta di una misura che non potrà fare altro che dispiegare il suoi effetti nel lungo periodo.