L’UNESCO ha lanciato un allarme sulla necessità urgente di fornire formazione specifica sul fact-checking agli influencer digitali. Un sondaggio ha infatti evidenziato che il 62% di loro non verificherebbe l’accuratezza dei contenuti prima di condividerli. Questa mancanza di attenzione verso le informazioni condivise rappresenterebbe una grave minaccia per l’opinione pubblica e faciliterebbe la diffusione della disinformazione online.
Influencer male informati
Secondo la rilevazione molti influencer si affiderebbero ad esperienze personali o ricerche autonome come principali fonti dei contenuti. Risorse ufficiali o documenti istituzionali verrebbe invece spesso ignorati. Solo una piccola percentuale utilizzerebbe fonti affidabili come siti Web accreditati o dati verificati per garantire l’accuratezza delle informazioni condivise. Questo approccio, sebbene spesso inconsapevole, potrebbe amplificare la portata di notizie false o incomplete presso l’utenza.
L’UNESCO sottolinea inoltre che gli influencer con milioni di follower hanno una responsabilità fondamentale nella diffusione di contenuti informativi. La loro capacità di modellare opinioni e comportamenti richiede quindi impegno per promuovere informazioni accurate e affidabili. Fornire loro una formazione specifica sul fact-checking potrebbe diventare un passo importante per ridurre il flusso di fake news.
Le proposte dell’UNESCO contro le fake news
Tra le soluzioni proposte, l’UNESCO sta promuovendo programmi di alfabetizzazione mediatica dedicati agli influencer. Questo con l’obiettivo di insegnare loro ad identificare fonti attendibili, verificare le informazioni e comprendere l’importanza etica del ruolo ricoperto. Questi programmi puntano non solo a migliorare le competenze individuali ma anche a creare una cultura della responsabilità digitale che possa essere condivisa con i follower.
L’iniziativa dell’UNESCO si inserisce in un contesto globale sempre più preoccupato della necessità di contrastare la disinformazione dovuta alle fake news. Con l’aumento dell’influenza dei social media i creator si trovano al centro di un dibattito su trasparenza, etica e responsabilità. Formarli potrebbe rappresentare non solo una tutela per il pubblico ma anche una salvaguardia per la loro credibilità.