L’Unione Europea è alla ricerca di una soluzione normativa che consenta di punire i Cyber Criminali anche nel caso in cui essi operino da stati esteri contro aziende e istituzioni dei paesi membri. Le basi di tale iniziativa sono state poste nel corso dell’ultimo Consiglio UE di Bruxelles, ma per arrivare ad una strategia comune sarà necessario affrontare una dura trattativa fra le varie nazioni rappresentate.
Al di là dei buoni propositi, si tratta di una sfida che non sarà facile da superare, anche in considerazione del forte ritardo europeo in materia di leggi per la Cyber sicurezza. Un situazione confermata da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, che avrebbe dato mandato ai ministri interessati di correre quanto prima ai ripari superando le attuali divisioni.
Il numero di attacchi contro le infrastrutture informatiche del Vecchio Continente sarebbe infatti in forte aumento, con azioni malevole che sempre più spesso troverebbero origine in Cina e Russia. Da questo punto di vista la UE sembrerebbe non poter più contare sull’alleato di sempre, gli USA, oggi almeno apparentemente indifferenti alla solidità della compagine europea.
Tra i paesi in prima linea per l’introduzione di una normativa contro il Cyber Crime l’Olanda sembrerebbe essere quello più deciso ad intervenire. Recentemente infatti questo stato è stato coinvolto in un attacco informatico la cui responsabilità sarebbe stata attribuita a militari russi. Inutile dire che Mosca avrebbe rigettato ogni addebito sapendo inoltre di non poter subire alcuna conseguenza.
Al fianco dell’Olanda anche Regno Unito (che continuerà a far parte dell’Unione ancora per pochi mesi), Paesi baltici, Finlandia, Svezia e Romania. Meno chiare le posizioni degli altri Paesi, Italia compresa, dove tensioni politiche interne e instabilità sembrerebbero allontanare le istituzioni dall’affrontare una questione ormai vitale.