La Commissione Europea ha recentemente riconosciuto all’Italia importanti passi avanti per quanto riguarda la digitalizzazione e l’innovazione del sistema Paese, si tratta di un risultato importante tenendo conto che in passato la Penisola si e più volte contraddistinta in negativo per la resistenza contro qualsiasi tentativo di transizione verso la modernità.
Il giudizio dei commissari e stato espresso nel quadro di un’osservazione dei traguardi raggiunti dal 2014 ad oggi, tale rilevazione avrebbe permesso di registrare un miglioramento medio a livello europeo del 12.5% per quanto riguarda i parametri con i quali viene misurato il tasso di innovazione di una determinata area geografica.
Meglio del Vecchio Continente farebbero per il momento gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada, l’Australia e la Corea del Sud, dli indicatori dell’Europa permetterebbero però di rilevare una capacità di innovazione complessivamente più elevata rispetto a quelle di realtà come la Cina (dato per certi versi abbastanza sorprendente), la Russia, il Sudafrica, il Brasile e l’India.
Nel periodo considerato l’Italia, insieme a Estonia, Lituania, Cipro e Grecia, avrebbe manifestato un miglioramento delle performance pari a 25 punti percentuali, per altri quattro stati, Belgio, Croazia, Finlandia e Svezia, l’incremento sarebbe stato invece compreso tra il 15 e il 25% anche se soprattutto negli ultimi due casi il livello raggiunto era già abbastanza alto.
Altri otto stati, tra cui Spagna, Germania e Paesi Bassi, avrebbero dimostrato una minore capacità innovativa (tra il 10 e il 15%), mentre per quelli restanti (una decina in tutto) non si sarebbe arrivati oltre il 10%. In diverse aree dell’Unione la necessità di contrastare l’emergenza pandemica avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’incentivare politiche volte a favorire l’innovazione.