All’inizio di ottobre 2022 dovrebbe svolgersi la prima udienza della causa che vede Twitter contrapposta a Elon Musk, quest’ultimo infatti sarebbe stato accusato di inadempienza contrattuale dopo essersi rifiutato di acquistare il social network (per 44 miliardi di dollari) dubitando che gli account fake presenti in esso potessero essere appena il 5% sul totale.
A sostenere le convinzioni di Musk sarebbe stato di recente un ex agente della CIA, Dan Woods, secondo cui ben l’80% degli account potrebbero essere fasulli. Woods lavora oggi per il settore privato ma quando operava per l’intelligence statunitense si occupava appunto del traffico di rete generato artificialmente tra l’utilizzo di bot.
A parere dell’esperto il problema dei fake account non riguarderebbe soltanto la creatura di Jack Dorsey, ad oggi infatti i bot sarebbero estremamente sofisticati e difficili da rilevare. Nel contempo le aziende non si starebbero impegnando abbastanza per l’implementazione di tecnologie che permettano di contrastare il fenomeno.
Sempre secondo Woods, nel caso di un social media come Twitter i bot assumerebbero un ruolo ancora più rilevante per via del fatto che i suoi utenti sono sempre alla ricerca di nuovi follower, ciò è collegato alla dinamica che trasforma un iscritto in un influencer anche in base al seguito che riesce a raccogliere intorno alle proprie condivisioni.
Ad aggravare la situazione vi sarebbe poi il fatto che i bot costano relativamente poco, è possibile infatti acquisire circa 100 mila follower con una spesa di appena mille dollari. La strategia di difesa di Musk potrebbe quindi basarsi proprio su queste considerazioni, dimostrando che attualmente la proliferazione dei fake account è incontrollabile.