Secondo Ross Cunnington, neuroscienziato in forza all’Università del Queensland (Australia), avrebbe recentemente esposto una sua particolare teoria riguardante il rapporto tra utilizzatori e disponibilità di diverse soluzioni tecnologiche da impiegare nel corso della propria vita quotidiana.
A suo parere, la "necessità" di dover gestire dati tramite computer, smartphone e tablet, porterebbe molto spesso gli utenti a ritenersi incompetenti; la causa andrebbe ricercata nel numero eccessivo di stimoli inviati al cervello umano che influirebbero addirittura sul corretto utilizzo degli arti superiori.
Tecnicamente il problema risiederebbe in una meccanica denominata ciclo di anticipazione, il cervello invierebbe gli impulsi in modo troppo veloce per poter essere interpretati correttamente; la mancata coordinazione derivante da questo fenomeno porterebbe a generare frustrazione.
Il passaggio da un dispositivo all’altro, e quindi a diverse modalità di gestione degli stessi, sarebbe quindi alla base di movimenti innaturali dovuti a malfunzionamenti nella trasmissione di informazioni all’interno del circuito occhio-mano; i conseguenti errori d’utilizzo sarebbero alla base del senso di incompetenza.