In un suo recente intervento su LinkedIn, l’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, ha lanciato un allarme riguardo allo stato in cui versa il mercato della telecomunicazione nel nostro Paese. A suo parere infatti i ritmi di crescita dei consumi di rete sarebbero troppo sostenuti e ciò si starebbe traducendo in una situazione insostenibile.
Come ricordato dal dirigente, un numero sempre maggiore di applicazioni e di traffico starebbe determinando anche un incremento dei costi per l’adeguamento della rete e per i servizi di assistenza ai clienti. Contestualmente però dal lato del consumatore non sarebbe cambiato nulla e quindi tutto il peso dell’infrastruttura rimarrebbe a carico degli operatori.
A titolo di esempio Labriola avrebbe citato il fatto che nel corso dell’ultimo decennio il consumo dei dati sarebbe aumentato di ben 10 volte, metre i prezzi si sarebbero ridotti di 1/4. A tal proposito sarebbe sufficiente effettuare un confronto con altri servizi esseziali, come per esempio acqua, luce e gas per i quali non è successa la stessa cosa.
A pesare sul consumo di rete non sarebbe soltanto l’utilizzo sempre più diffuso delle piattaforme di streaming come Netflix, e a questo proposito Labriola presenta l’esempio del caricamento di un video con risoluzione a 4K, ma anche altri servizi come per esempio quello del videogaming che richiedono il download continuo di aggiornamenti.
Tra le sue affermazioni quella più significativa sottolinea che "comincia a diventare sempre più difficile immaginare un futuro nel quale il consumo dati possa continuare ad essere considerato unlimited", questo perché ad un certo punto le reti potrebbero essere a rischio sia per l’assenza di investimenti e sia perché sarà impossibile garantirne la pianificazione. Con rischi per la continuità di servizio.