Lo SPID (Sistema Pubblico di identità Digitale) è un mezzo ormai entrato nelle abitudini di molti Italiani per autenticarsi sulle piattaforme della Pubblica Amministrazione, esso è stato sviluppato per fornire un meccanismo per il login e il riconoscimento più sicuro rispetto alla modalità tradizionale basata sulla sola accoppiata username/password.
A pochi anni dalla sua introduzione lo SPID potrebbe però essere pensionato, almeno stando alle recenti dichiarazioni formulate da Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica, formulate pochi giorni fa nel corso dell’evento organizzato nella Capitale per i 10 anni dalla fondazione di Fratelli d’Italia.
In questa occasione infatti Butti avrebbe parlato della volontà di una spegnimento graduale del sistema in favore della CIE (Carta d’Identità Elettronica) che diventerebbe così l’unica identità digitale disponibile. Attualmente sono utilizzabili entrambi con i medesimi risultati ed ad essi si aggiunge il sistema basato sulla TS-CNS (Tessera Sanitaria e Carta Nazionale dei Servizi).
L’intenzione dovrebbe essere quella di convergere verso un’unica soluzione per rendere più semplice l’interazione tra cittadini e servizi digitali forniti da agenzie e amministrazioni. Utilizzare un’unica piattaforma dovrebbe garantire inoltre una maggiore sicurezza perché dimuirebbe il numero di credenziali disponibili per l’autenticazione.
La CIE si basa su un documento posseduto da tutti i cittadini che potrebbero avere interesse a fruire dei servizi digitali della PA, questo renderebbe più facile l’abolizione dello SPID che rappresenta inoltre un costo per le casse dello Stato, anche in considerazione dei numerosi fornitori necessari per l’erogazione del servizio su tutto il territorio nazionale.