Idealo, portale internazionale per la comparazione dei prezzi in Rete, ha recentemente presentato un white paper dedicato al tema del "cross border trade", cioè la possibilità di vendere online anche all’estero. I risultati del report evidenzierebbero però una situazione di grave ritardo con effetti negativi sul giro d’affari prodotto dagli e-commerce della Penisola.
Ad oggi, in Italia soltanto il 22% degli e-shop venderebbe anche al di fuori del mercato proprio Paese, si tratterebbe quindi di un dato ben lontano da quelli di altre realtà del Vecchio Continente come per esempio la Spagna e la Francia, stati in cui gli e-commerce che vendono all’estero sarebbero il 50%, 48% e 46% in Regno Unito e Germania.
La scarsa apertura degli store online al resto d’Europa e del Mondo verrebbe confermata anche dal fatto che soltanto l’8% dei negozi virtuali analizzati presenterebbe il proprio catalogo in una seconda lingua differente da quella italiana. Un dato che evidenzierebbe inoltre una scarsa propensione all’investimento sull’e-commerce.
A quanto detto si aggiunga che soltanto il 4% delle attività prese in considerazione durante la ricerca metterebbero a disposizione la possibilità di effettuare pagamenti in una valuta diversa dall’euro. Questa divisa consente sì di raggiungere diversi mercati, ma verrebbe da chiedersi quale sarebbe la situazione in mancanza di una moneta unica all’interno dell’area EU.
Per operare un semplice confronto, basterebbe fare riferimento al fatto che gli e-shop inglesi operanti anche tramite valute estere sarebbero attualmente il 24% sul totale delle attività rilevate, seguirebbero gli e-commerce spagnoli con l’8%, quelli tedeschi con il 4% e quelli francesi che con un risicato 2% farebbero peggio di noi.