Secondo una rilevazione svolta da Vanson Bourne su commessa di Juniper Networks i professionisti della Penisola sarebbe i migliori a livello globale nell’implementazione di policy di sicurezza dedicate allo smart working. I dati analizzati fanno riferimento ai mesi di giugno e luglio e, per una volta, pongono l’Italia al primo posto delle best practice in ambito digitale.
L’88% dei nostri connazionali responsabili della sicurezza dei network aziendali (ad esempio CIO o CTO) avrebbe affermato di affrontare non senza difficoltà le incognite e i rischi legati ad un’infrastruttura spesso improvvisamente riconfigurata per il lavoro da remoto dei collaboratori, la media mondiale arriverebbe invece al 97%.
Nell’83% dei casi il campione italiano, contro l’86% di quello globale, avrebbe fatto riferimento alla necessità di migliorare ulteriormente le prestazioni e l’affidabilità del proprio network, nello stesso modo l’84% degli italiani che hanno partecipato al sondaggio sarebbero costantemente alla ricerca di nuovi strumenti per la prevenzione dei security threat (87% la media mondiale).
In Italia manca la consapevolezza dell’importanza di investire in sicurezza digitale
Non vi sarebbero però soltanto notizie positive in quanto nelle aziende del nostro Paese sembrerebbe mancare soprattutto la percezione dei rischi derivanti dall’esposizione dei network, sono nel 34%, in Italia, i vertici aziendali porrebbero la Cybersecurity al centro di strategie e investimenti, mentre a livello globale tale percentuale salirebbe fino a 63 punti.
Che la sicurezza sia un tema importante lo dimostrerebbero anche i numeri relativi alla spesa media annuale sostenuta per contrastare le minacce informatiche, quest’ultima infatti sarebbe pari a 249 mila dollari in Italia e a 276 a livello mondiale. Nella maggior parte dei casi (il 93% in Italia e il 96% nel Mondo) le aziende avrebbero scelto di rivolgersi a più fornitori per le soluzioni destinate alla difesa delle reti.