Il Talent Trends Report 2019 di Randstad sottolinea per l’ennesima volta come la scarsità di competenze digitali sia attualmente una delle maggiori preoccupazioni degli incaricati al reclutamento delle aziende. Per risolvere tale problematica i responsabili delle risorse umane starebbero ricercando sempre più di frequente il supporto dell’Intelligenza Artificiale e del Big Data.
Lo smart recruitment potrebbe presto rivelarsi indispensabile, soprattutto per le realtà strutturate. Ad oggi infatti non conterebbe soltanto reperire le professionalità desiderate, ma anche individuarle in tempi estremamente rapidi. L’AI può quindi fornire un aiuto immediato per effettuare selezioni quanto più mirate e precise possibili ancor prima dei colloqui.
Il 98% delle aziende contattate nel corso del sondaggio che hanno già utilizzato soluzioni di questo tipo per ottimizzare le procedure di assunzione affermerebbe di essere particolarmente soddisfatta dai risultati ottenuti, nello stesso modo il 76% dei reclutatori si sarebbe dichiarato intenzionato ad adottarle nel corso dei prossimi 12 mesi.
La dinamica descritta si starebbe affermando contestualmente ad un continuo aumento delle aspettative dei datori di lavoro riguardo al talento dei potenziali collaboratori, nel contempo il 76% dei manager individuerebbe proprio nella penuria di talenti uno dei fattori in grado di influire più negativamente nel raggiungimento degli obbiettivi di business.
Le previsioni per il settore del recruitment sarebbero nel complesso più che ottimistiche, gli investimenti da parte delle aziende starebbero registrando un incremento costante con l’80% dei dirigenti che considererebbero strategica l’attività delle risorse umane. Per contro, il 60% dei responsabili di queste ultime ammetterebbero di riuscire ad adeguarsi con fatica ai continui cambiamenti del mercato (+12% rispetto al 2016).