La questione affrontata recentemente dall’ICO (Information Commissioner’s Office) britannico potrebbe presto essere al centro di discussioni accese anche nel nostro Paese, essa infatti ha riguardato l’invio di informazioni sanitarie e dati medici tramite l’applicazione per la messaggistica istantanea WhatsApp, come nel caso delle ricette mediche.
Secondo quanto segnalato dall’authority del Regno Unito, nel corso dell’emergenza pandemica l’uso di questo tipo di piattaforme avrebbero fornito un aiuto concreto nelle comunicazioni tra personale sanitario e pazienti, nello stesso tempo però sarebbero stati sottostimati i possibili rischi per la riservatezza, l’integrità dei dati e la sicurezza degli utenti.
I dati personali dei pazienti sono a rischio perchè vengono salvati in account privati
Tra i pericoli citati in un apposito report dell’ICO vi sarebbe ad esempio l’archiviazione di dati sensibili tramite account privati, questa problematica non riguarderebbe soltanto la messaggistica ma anche la posta elettronica, soprattutto in considerazione del fatto che molto spesso è difficile stabilire dove siano collocati i server che raccolgono i dati.
Il report, intitolato "Behind the screens – maintaining government transparency and data security in the age of messaging apps", sottolinea inoltre come tali pratiche sarebbero state utilizzate diffusamente anche per altre tipologie di dati, facendo circolare in Rete una grande quantità di dati personali che sarebbe stato opportuno gestire tramite un sistema interno.
A questo punto si attende una risposta da parte del DHSC (Department of Health and Social Care), il Dipartimento della Salute britannico, che dovrà definire delle buone pratiche finalizzate a limitare gli abusi e le possibili violazioni della Uk General Data Protection Regulation, sostanzialmente il regolamento del Regno Unito corrispondente al nostro GDPR.