Secondo il report "Augmented and Virtual Reality in Operations: A guide for investment" del Capgemini Research Institute, l’82% delle aziende che già utilizza soluzioni incentrate sulla Realtà Aumentata e la Realtà Virtuale avrebbe registrato dei benefici per i processi di business. La carenza di personale qualificato in tali tecnologie e l’immaturità delle infrastrutture di backend rappresenterebbero però dei limiti per gli investimenti.
Tra le 700 aziende coinvolte nel sondaggio, per il momento soltanto la metà avrebbe già implementato degli strumenti basati sulle tecnologie per la VR o l’AR, ma in ogni caso il 46% di queste sarebbe convinta che entro il prossimo triennio esse diventeranno delle innovazioni comunemente utilizzate all’interno dei contesti produttivi.
Per quanto riguarda il settore su cui concentrare maggiormente gli investimenti, i dirigenti intervistati avrebbero mostrato di guardare con maggiore interesse all’AR. Quest’ultima è il risultato di implementazioni più complesse rispetto alla VR, ma potrebbe avere un effetto più rilevante nel semplificare i processi di business e ottimizzare il workflow.
A tal proposito i ricercatori di Capgemini farebbero riferimento alla casa automobilistica Porshe che ha deciso di dotate i propri tecnici di occhiali per l’AR, attraverso le lenti i lavoratori possono visualizzare dati e grafici in tempo reale, leggere eventuali comunicazioni e ricevere messaggi da remoto. Nello stesso modo un’altra realtà come Airbus utilizza la VR per generare modelli virtuali dei propri aeromobili.
L’AR, e in buona parte anche la VR, si starebbero dimostrando degli strumenti efficaci per migliorare le prestazioni umane in compiti legati alla progettazione, all’assemblaggio, alla riparazione e alla manutenzione. Si calcola che un uso corretto di tali tecnologie possa garantire tempi di fornitura fino al 40% più rapidi rispetto agli standard medi attuali.