Stando a quanto riportato nell’ultima edizione del Cyber Resilience Report di Accenture, attualmente le aziende sarebbero più in grado di individuare gli attacchi informatici rispetto al passato, nonostante ciò nel corso degli ultimi 12 mesi il numero delle azioni malevole scatenate contro di esse, in particolare Ransomware e DOoS (Distrubuted Denial-of-Service), sarebbe raddoppiato.
La causa di questo stato di cose andrebbe ricercata in particolare nella scarsa propensione agli investimenti da parte delle imprese. In particolare faticherebbe a crescere la spesa per soluzioni incentrate sull’automatizzazione dei processi di protezione, sul machine learning e sulle tecnologie per l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della sicurezza.
Considerati i soli attacchi mirati, cioè quelli concepiti per colpire precise tipologie di aziende, il livello di prevenzione registrato sarebbe pari all’87%, contro il meno lusinghiero 70% dello scorso anno. Rimarrebbe quindi un 13% di casi in cui le azioni malevole non vengono individuate in tempo per attivare le necessarie contromisure.
Tenendo conto delle incursioni dirette contro le organizzazioni più strutturate, annualmente ognuna di esse arriverebbe a fronteggiare una media annuale di 30 attacchi informatici conclusi con successo. Fortunatamente però, se nel 2017 le violazioni di sicurezza si sarebbero rivelate efficaci in un caso su 3, nel 2018 solo una su 8 sarebbe andata a segno.
In netta diminuzione i tempi necessari per l’individuazione degli attacchi che nell’89% dei casi verrebbero scoperti in un arco di tempo non superiore ai 30 giorni. Per avere un termine di paragone in merito, basterebbe fare riferimento al fatto che nel 2017 soltano il 32% degli episodi veniva rilevato in meno di un mese.