Secondo lo studio "Focus sulle paure digitali" condotto dai ricercatori dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza Demos&Pi e dalla Fondazione Unipolis, i cittadini italiani sarebbero disposti ad accettare un controllo sui propri dati personali in cambio di maggiore sicurezza. Una posizione favorevole a riguardo sarebbe stata espressa dal 62% del campione intervistato.
Curiosamente gli Italiani si dimostrerebbero meno preoccupati riguardo alla sicurezza quando devono utilizzare strumenti che prevedono di effettuare transazioni economiche o che permettono di gestire i propri risparmi, il 68% degli intervistati riterrebbe infatti abbastanza sicuro l’acquisto di prodotti tramite e-commerce o la consultazione di applicazioni per l’home banking.
Per il 62% degli utenti entità non meglio definite come il "Governo" o lo "Stato" effettuerebbero una qualche forma di controllo sulle abitudini online dei cittadini, in ogni caso circa il 49% del campione si sentirebbe garantito dal monitoraggio istituzionale, mentre soltanto il 28% avrebbe fatto riferimento a problematiche relative alla riservatezza.
Altro dato interessante è quello riferito al fatto che le aziende verrebbero percepite come più invasive rispetto allo Stato per quanto riguarda la privacy sul Web, a tal proposito il 74% degli Italiani riterrebbe di essere monitorato per finalità connesse al marketing e il 43% che tutti i contenuti visualizzati o memorizzati nel proprio device siano controllati per scopi pubblicitari.
Per il 59% degli utenti l’invadenza delle aziende rappresenterebbe un rischio per la riservatezza, mentre il 44% esprimerebbe delle generiche preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei propri dati in Rete. A questo proposito sarebbe stata osservata una maggiore preoccupazione presso l’utenza matura, con oltre la metà di chi appartiene alla fascia d’età compresa tra i 45 e 64 anni che avrebbe espresso timori riguardo alla privacy.