Uno studio condotto da EUIPO (European Union Intellectual Property Office) dimostrerebbe come il fenomeno dello streaming illegale in Italia sia particolarmente diffuso, il nostro Paese si piazzerebbe addirittura al primo posto in Europa occupando da sola ben il 58% di un mercato che sarebbe in grado di generare un giro d’affari pari ad 1 miliardo di euro solo su Internet.
La ricerca è stata effettuata facendo riferimento a diverse raccolte di dati tra cui quelle dell’OEA (Observatoire Européen de l’Audiovisuel) e di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea. Per valutare le dimensioni della pirateria nel Vecchio Continente sono stati presi in considerazione tutti i contenuti protetti da proprietà intellettuale, dai film alle serie TV fino alla musica.
Nello stesso modo si è cercato di analizzare il fenomeno nel suo complesso, tenendo conto di siti Web per lo streaming illegale, copie su supporto fisico e download da piattaforme pirata. Circa 1/10 dei cittadini europei avrebbe ammesso l’acquisto di contenuti ricollegabili alla pirateria, ma data la delicatezza dell’argomento è ovvio pensare che il dato sia sottostimato.
In molti caso non sarebbe semplice distinguere tra un prodotto legale e uno frutto di contraffazione, tanto che circa 1/3 degli intervistati ammetterebbe di non riuscire a percepire la differenza. A tal proposito è utile citare il dato secondo cui il 6% degli utenti italiani avrebbero acquistato un contenuto illegale perché ingannati dai venditori.
Considerando il mercato della contraffazione nel suo insieme il valore dei prodotti circolanti in Europa sarebbe superiore ai 120 miliardi di euro, sostanzialmente poco meno del 7% delle importazioni effettuate all’interno del mercato comune. Ben il 12.8% di questo mercato illegale coinvolgerebbe il nostro Paese dove si concentrerebbe buona parte della domanda odierna.