Il Piracy Shield è un sistema introdotto con delibera di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) attraverso cui è possibile bloccare molto più rapidamente la trasmissione di contenuti live piratati. Questo perché, ad esempio, gli operatori possono intervenire entro 30 minuti da una segnalazione e impedire la visione illecita di eventi sportivi.
Nata con intenti meritevoli, questa soluzione è stata però al centro di polemiche. Soprattutto di recente, quando il blocco di un indirizzo IP facente capo a Cloudflare sarebbe stato bloccato rendendo inaccessibili anche un gran numero di siti Web dai contenuti perfettamente leciti. Il provider avrebbe poi contattato i suoi utenti invitando loro a presentare reclamo.
Ad incrementare le polemiche vi sarebbe anche il fatto che nelle ultimo ore la documentazione e il codice sorgente del Piracy Shield sarebbero finiti in rete attraverso un repository pubblicato su GitHub. Il rilascio non autorizzato sarebbe stato poi accompagnato da un comunicato contenente dei riferimenti ai possibili utilizzi imprevisti del sistema.
Duro colpo per Piracy Shield: piratato il codice sorgente della piattaforma “anti pezzotto” https://t.co/eHWILy4nPk
— Calcio e Finanza (@CalcioFinanza) March 27, 2024
Nello specifico il documento, diffuso sia in Italiano che in Inglese, si parlerebbe del Piracy Shield come di una "minaccia significativa alla lbertà di espressione e all’accesso alle informazioni". Da una parte l’approccio scelto fallirebbe nella lotta contro la pirateria online, dall’altra rischierebbe di minare i principi fondamentali della Democrazia.
Nel contempo, il sistema verrebbe definito come "uno strumento di censura mascherato come una soluzione alla pirateria", nato come risultato dell’unione tra una burocrazia eccessiva e l’incompetenza tecnica. A corredo del documento sarebbe stato pubblicato anche il codice Python del Piracy Shield, il front-end e le API (Application Programming Interface).