La nuova delibera di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) sul Piracy Shield estende la platea dei soggetti coinvolti nella lotta contro lo streaming dei contenuti piratati. Questi ultimi possono essere degli eventi sportivi, come per esempio delle partite di Calcio, ma anche serie TV e film tutelati da diritto d’autore e disponibili sotto licenza.
Fino ad ora le misure antipirateria avevano riguardato in particolare i provider, con l’obbligo di intervenire per il blocco delle trasmissioni a seguito di segnalazione da parte dei broadcaster colpiti. Ora vengono chiamati in causa anche i fornitori di servizi DNS (Domain Name System) e quelli dei sempre più diffusi VPN (Virtual Private Network).
Questo cambiamento risulta essere molto rilevante ai fini del contrasto al fenomeno, soprattutto ora che AGCOM prevede che il blocco dei siti Web e delle piattaforme attraverso cui vengono distribuiti i contenuti piratati debba avvenire entro 30 minuti dalla notifica. Da notare che la delibera include anche i motori di ricerca tra le realtà obbligate ad intervenire.
Come chiarito da AGCOM, il blocco deve essere effettuato disabilitando la risoluzione dei nomi a dominio utilizzati per la pirateria e l’instradamento del traffico di rete verso gli IP che vengono indicati. In linea generale è possibile adottare qualsiasi tecnologia che impedisca la fruizione dei contenuti trasmessi in violazione delle normative sul copyright.
La delibera prevede anche un sistema di accreditamente a cui i soggetti interessati dovranno aderire entro il 21 gennaio del prossimo anno. Essa diventerà quindi pienamente operativa a partire da febbraio 2024. Tra i fornitori di DNS aperti vi sono anche compagnie molto note come per esempio Google (resolver 8.8.8.8) e Cloudflare (1.1.1.1).