Secondo quanto dichiarato di recente dal CEO di Google Sundar Pichai, YouTube sarebbe diventato ormai una piattaforma troppo grande. Ciò renderebbe impossibile filtrare tutti i contenuti che circolano nel servizio per evitare violazioni del diritto d’autore, la diffusione di fake news, l’incitamento alla violenza e le altre piaghe di cui è vittima lo streaming.
Con il passare degli anni YouTube ha implementato filtri e algoritmi per il controllo dei contenuti caricati, anche facendo ampio ricorso a soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning. A ciò è stato affiancato un costante controllo da parte di operatori in carne ed ossa, ma tali sforzi non sarebbero bastati per ottenere un livello di precisione pari al 100%.
Le dichiarazioni del dirigente sono state rilasciate incidentalmente, durante un’intervista rilasciata alla Cnn e incentrata su altri argomenti. A suo parere l’errore starebbe nel non ragionare in termini percentuali, queste ultime sarebbero infatti a favore di Mountain View e premierebbero il lavoro svolto fino ad ora per arginare i comportamenti in violazione delle policy.
A tal proposito Pichai avrebbe proposto l’esempio dei circuiti di carte di credito: ritenuti generalmente sicuri, essi garantiscono un elevato livello di tutela per i loro utilizzatori, detto questo però i tentativi di frode in grado di andare a segno non sarebbero ancora scomparsi. Perché YouTube dovrebbe garantire ciò che non può essere richiesto ad altri progetti?
Il CEO di Big G ha voluto così rivolgersi non soltanto a utenti indignati e istituzioni preoccupate, ma anche (e forse soprattutto) agli inserzionisti. Sono infatti sempre di più le aziende che decidono di rimuovere i propri annunci pubblicitari da YouTube per non correre il rischio che la propria immagine venga associata a contenuti controversi.