I portavoce di Mountain View avrebbero recentemente confermato che la piattaforma Google Play Store permetterà agli utenti di pagare gli sviluppatori di applicazioni tramite servizi di terze parti, questo significa che il metodo di pagamento supportato dal marketplace non sarà più l’unico disponibile per gli utilizzatori di dispositivi Android.
Tale iniziativa non arriverebbe per semplice volontà dell’azienda californiana, salvo proroghe nella primavera del prossimo anno entrerà infatti in vigore il cosiddetto DMA (Digital Markets Act) approvato in sede europea che vieta ai titolari delle piattaforme di obbligare gli utenti all’utilizzo di un unico sistema di pagamento (generalmente il proprio).
Dal punto di vista delle software house si tratta di una piccola conquista dal punto di vista dell’indipendenza dagli store online, è però importante ricordare che il Play Store tratterrà comunque le commissioni previste dalla sua licenza d’uso per le transazioni, vi dovrebbe essere però una decurtazione del 3% visto il minor coinvolgimento da parte della piattaforma.
La possibilità di acquistare con pagamenti di terze parti non riguarderà i mobile games
Almeno per il momento questa novità dovrebbe riguardare soltanto le applicazioni, rimarrebbero quindi esclusi i mobile game. Questi ultimi generano un giro d’affari più elevato delle prime (a differenza di quanto starebbe accadendo ultimamente con l’App Store di Cupertino) e probabilmente Google non ha ancora un piano preciso sul da farsi.
L’apertura a sistemi di pagamento di terze parti non è l’unica novità contenuta nel DMA, la misura prevede infatti anche altri obblighi legati alla libertà di integrazione tra i servizi, alla libertà di installare le applicazioni da sorgenti differenti dai maggiori marketplace, alla possibilità di scaricare e installare i file binari dei software direttamente da Internet.