I social network hanno modificato radicalmente il modo in cui ci relazioniamo con le altre persone nella nostra quotidianità, in alcuni caso permettono di avvicinarci, anche a distanza, in altri ci allontanano. Rimane poi il problema del rapporto tra queste piattaforme e i minori, con le prime spesso accusate di creare dipendenza nei soggetti più fragili.
A questo proposito vale la pena di citare un recente disegno di legge italiano presentato a Camera e Senato con due obbiettivi: obbligare i social network ad inserire dei sistemi di verifica dell’età degli iscritti e impedire l’accesso ai minori di 16 anni non autorizzati da un adulto. Non si tratta comunque di una novità in quanto una proposta molto simile era stata formulata lo scorso anno.
Stop ai social per under 16: il disegno di leggehttps://t.co/Hurj2wefjN
— Il Fatto Quotidiano (@fattoquotidiano) May 21, 2024
L’intenzione è quella di rendere nullo qualsiasi contratto tra minori di 16 anni e social network, sottolineando tra l’altro il fatto che essi non possono essere considerati una base giuridica valida per il trattamento dei dati personali. Le piattaforme avrebbero inoltre l’onere di provare che tali contratti sono stati firmati da un genitore o da un tutore e non dal minore stesso.
Si tratta per la precisione di un’iniziativa bipartisan, presentata alla Camera dal PD e al Senato da Fratelli d’Italia con l’intestazione "Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale". Il disegno di legge prevede anche l’introduzione di maggiori limiti per quanto riguarda i bambini (baby influencer) impiegati nella promozione di prodotti e servizi.
A questo proposito la diffusione di immagini che ritraggono minori dovrebbe essere autorizzata da un adulto con potestà genitoriale o da un tutore e dalla direzione provinciale del lavoro quando le entrate, dirette e indirette, derivanti dalla promozione superano i 12 mila euro. Una volta oltre tale limite la cifra eccedente dovrebbe essere versata in un conto intestato al minore stesso.