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Netflix: causa legale per il match tra Paul e Tyson

Trasmessa in diretta su Netflix, la recente (e deludente) sfida di boxe tra Jake Paul e Mike Tyson, ha attirato l’attenzione di milioni di spettatori in tutto il mondo. L’evento è stato segnato però da importanti problemi tecnici. In particolare buffering e interruzioni durante la trasmissione che avrebbero creato insoddisfazione per un buon numero di utenti. Un appassionato di boxe della Florida avrebbe quindi avviato una causa legale collettiva contro Netflix. Accusando la piattaforma di violazione del contratto e pratiche ingannevoli.

La causa contro Netflix

La causa, presentata presso un tribunale statale della Florida, sosterebbe che Netflix non sia riuscita a fornire una trasmissione stabile e di alta qualità della manifestazione sportiva. Per questa ragione sarebbe stato richiesto un risarcimento e lo status di class action. Questo per permettere ad altri utenti insoddisfatti di unirsi alla causa.

Nonostante i problemi tecnici, l’incontro ha comunque registrato numeri impressionanti. Oltre 65 milioni di famiglie avrebbero seguito il combattimento. Con un totale di 108 milioni di spettatori a livello globale. Jake Paul, 27 anni, ha ottenuto una vittoria ai punti su Mike Tyson, 58 anni. Figura storica del pugilato che tornava sul ring per la prima volta dopo quasi due decenni.

Nuovo record per un evento in streaming

L’evento avrebbe poi generato circa 18 milioni di dollari in vendite di biglietti, con 72 mila spettatori presenti. Stabilendo un record per un incontro di boxe al di fuori di Las Vegas. Netflix avrebbe poi superato il precedente record di 23 milioni di spettatori simultanei negli Stati Uniti, raggiungendo in ogni caso un traguardo mai registrato prima in termini di volumi di streaming.

Se alla fine di questa causa legale la corte dovesse dare ragione a chi l’ha presentata, essa potrebbe avere delle implicazioni rilevanti per il futuro dello streaming di eventi sportivi e la gestione delle aspettative degli abbonati riguardo alla qualità del servizio. Questo perché le piattaforme potrebbero affrontare con una maggiore cautela la trasmissione di eventi in grado di richiamare il grande pubblico.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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